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mercoledì 20 marzo 2013

Charlotte Free. E il Megamix da Jicky Truth Fragrances & Lies.


Crisi economica e profumi. Lo stato dell'arte.
La situazione economica ha spaventato i consumatori, non tutti sono in difficoltà infatti, ci sono problemi soprattutto per i giovani (in italia la fascia dei giovani va dai 18 ai 45 anni, siamo il secondo paese più longevo al mondo). 
I giovani sono meno tranquilli di chi invece ha il posto sicuro nel settore pubblico, o di chi ha un lavoro che tra alti e bassi se ne frega della congiuntura economica.
Chiaro che tra clienti in vere difficoltà economiche, e clienti nel panico per difficoltà economiche immaginarie, il calo dei consumi ha colpito tutti. L'aumento delle inumazioni pur nella scelta di cofani e servizi non proprio di alta gamma permettono ancora ottimi affari alle Agenzie di Pompe Funebri (che devono moltissimo alle stupidità Europee, alle balle sul debito, al Babau dello Spread, e all'operato demeziale del Governo dei Suicidi, il Governo Monti), ma torniamo ai profumi.

Le vendite registrano un calo modesto per il mainstream e violento per la nicchia.
I profumi continuano ad essere lanciati sul mercato senza tentennamenti anche di fronte a progetti grossolani e falliti in partenza, ma le grandi case sembrano annoiati giocatori al bingo.
Nella nicchia invece i nodi vengono al pettine, Montale crolla, Creed se la passa male, Amouage sconta l'immissione sul mercato negli ultimi 3 anni di prodotti enigmatici e di prodotti non all'altezza delle precedenti release.
Molti profumi di nicchia vengono presentati con precisi comunicati stampa ma non arrivano nelle profumerie concessionarie, perché se 4 pezzi in assortimento non li compra nessuno, perché infognarsi a comprarne altri 4?
Il casino di Montale tutti uguali, di Creed, Bond N°9, L'Artisan, etc, che comprano solo gli allocchi ormai è così ammorbante, indistinto e costoso che sarebbe il caso di svendere tutto al 50% (il loro prezzo + o - giusto) e tanti saluti al grossista.
Non parliamo poi delle Marie Grazie Ar-Cazzo, dei profumi sconosciuti di nicchia che nessuno vuole, quelli sono agonia pura.
La grande distribuzione invece resiste bene, un Armani qua, uno Chanel là, quel Rodriguez, quel Guerlain, il Dior finito sullo scaffale, tutto gira egregiamente, considerando che il calo è stato identico nell'alimentare.
20-30 anni fa la profumeria avrebbe accusato un colpo ben peggiore, il consumatore e l'appassionato, oggi hanno altra formazione, ed altre esigenze, ma sono anche più preparati: 350 euro si possono spendere certamente per profumi esclusivi, ma per m**** pitturate di certa sedicente nicchia presentate come felicità in bottiglia non c'è futuro, il conto alla rovescia è cominciato.

POSSO ESSERVI UTILE?
Abbassiamo gli occhiali neri lutto, sarà il sole dei faretti, sarà la stagione, sarà la crisi delle idee, altrui.
No fiore, è un giretto. Novità?

La commessa rotea gli occhi come nel film l'Esorcista e ritorna sorridente indicando una roba immonda e, a bassa voce confessa... "è un profumo che a me non piace".
Proviamo, e rimettiamo molto volentieri il tester a cuocere sotto il faretto.
Fiore, e alè e si parla di vendite. Di altro, ma non di novità.
E' triste.
Non ci sono novità interessanti dall'autunno... Escono profumi che imitano profumi che imitano profumi che facevano magari sc****.
E' annunciato un Cavalli da donna OUD, rabbrividiamo. Lo fabbricano dove altri OUD sono già usciti, più chimici e tristi che mai. Si vabbè tu taci, pazienza il cielo è grigio per tutti.
Ma le cose buone ci sono e consola apprendere che Coco Mademoiselle Eau de Parfum è il più venduto tra i femminili, mentre Coco Noir è andato via come regalo di Natale ma pare stia girando come regalo pasquale riciclato. Insomma, più che indossabile, da sbolognare via.
Coco Mademoiselle EDP è bello, è buono e merita sempre un sorriso e piena approvazione.
Tra i maschili vanno bene Allure Classico, Eau Sauvage Classico e Dior Homme EDT ed EDP. Va bene, sono obbligatori cenni col capo.
Nella nicchia? Dopo Natale tutto fermo.
Qualche Aventus immo*** (piace ai Manager senza fantasia e ad alcuni dentisti) e per il resto poco niente.
Le vendite sono buone, più forti sui profumi indicati, ma in calo forte nella nicchia.
I listini prezzi sono stati corretti la settimana scorsa, sono aumentati quasi tutti, non così quelli della profumeria "artistica" che sbaglia ancora, perchè si autocelebra quando invece dovrebbe inchinarsi davanti all'espositore Chanel.
La metà dei profumi di nicchia non esisterebbero se non fosse mai nato J. Polge.
L'altra metà o è in debito con Guerlain o è in debito con la banca, non va bene no.

Hypnotic Poison Eau Secrete, deprimente:


Novità!
SECRETE, volete sapere qual è il suo secrete? Che fa ******, non dura un ***** e costa un botto per niente.
E' un agrumato all'aurantiol con di lontano traccia di gelsomino  chimico e vanillina.
Due soldi, e Demachy che continua a girare a raccontar balle sui giardinetti fioriti da cui raccolgono fiori all'alba, per le ri-prese per il ****.
Poi li buttano nei bidoni dell'umido e nei laboratori si scartano fragranti confezioni di damasconi, iononi ed hedioni, normal & HC.
PUAH!
Voto? 1/5 e andare.

Blood Concepts AB. Ma quale Neanderthal! Piuttosto... dov'è la clava? Mazza da baseball?



Recensione rimandata mille volte, tanto era il fastidio.
Un progetto tragicomico, assurdo e pretenzioso.
Tralasciando le ca***** sul gruppo sanguigno, il neanderthal, etc etc,
un apripista che mette voglia di girare i tacchi e tornarsene a casa,
rimane questa roba, che fa il verso a Etat Libre D'O.
Ma la ca**** Secretions Magnifique c'era già!

Se fare pasticci che danno fastidio anche a chi lo indossa è fare profumi allora questo è un profumo.

Voto: PRRRRRRRRRRR!

Il linguaggio elettrico dei fiori.
Api e bombi non vengono guidati ai fiori da impollinare solo dai colori vivaci (stimoli visivi), o da segnali chimici (olfattivi), bensì da segnali elettrici emessi dai singoli fiori.
Un gruppo di ricercatori britannici guidati da Daniel Roberts dell'Università di Bristol ha svolto uno studio sui simpatici bombi (grossi parenti delle api aventi lo stesso ruolo in natura), pubblicato il 21 febbraio su Science Express.
Le api (e gli altri insetti simili alle api) volando acquistano carica elettrica positiva, mentre i vegetali, le piante ed i relativi fiori, hanno carica elettrostatica negativa che proiettano a brevità di campo: questo contatto tra opposti è a basso potenziale e non avvengono di certo scintille, ma la piccola carica elettrica è sufficiente per istruire l'insetto ed eventualmente modificarne il comportamento.
I fiori visitati perdono la carica elettrica e questo li rende anche percettibilmente meno colorati di quelli invece carichi ancora di potenziale (e di polline).
Si ipotizza che la peluria che ricopre api e bombi sia uno dei principali organi di percezione elettrostatica in questi insetti.
Fiori e impollinatori non smettono di stupire, gli studi proseguono.



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