...CONTENTI?

venerdì 4 luglio 2014

Caro Jicky 2.0... Cosa mi dite di Anatole Lebreton? ...ana... CHI!? + Review: Bois Lumiere? Fuffa EXTRA :(

*Errare humanum est, perseverare autem diabolicum...


Chi è Anatole Lebreton? Nessuno. E' lo pseudonimo new-age di un parfumeur amateur, un uomo francese dall'apparenza molto modesta, dall'incarnato databile tra i 40-45 anni (se ne avesse solo 30 ***** suoi) che benché non capisca niente di niente di profumeria, si ostina a voler creare cose tanto banali quanto imbarazzanti, cercando popolarità nella rete dei peggiori blogger al mondo, le pollastre parigine(ignorants et exclusifs), ma senza trovare troppo credito...
Perseverare è diabolico*: a suon di craniate a crapa pelata, i suoi "profumi" sono arrivati a sedurre gli incompetenti ciarla a vanvera nostrani, e così tra commenti da bar (o da forum che è la stessa cosa) e lettori ubiquitari (quelli che frequentano Jicky 2.0 ma si esitano con compiacimento tra le mura dell'asilo nido dove sono cresciuti) ci siamo visti costretti a scrivere questi lunghi periodi innestati da parentesi.
Così, tra un pomeriggio a dipingere la serra per i gelsomini e una recensione di deodoranti per l'auto, eccoci a perdere tempo appresso a questo cazzaro francese, solo perché l'onniscenza passa anche dalla lettura delle cose più insignificanti (mica perché fosse importante sapere chi è questo pinco pallino)...
Massì, un poco spelacchiata ma, è una volpe...
In linea di massima il furbo ha capito che se vuole 90 euro per 50 ml anonimi, questi devono almeno durare: lo zoccolo, ha ragionato, dovranno essere sostanze ancoranti: muschi e note ambrolegnose di sintesi.
Ma sa costruire un profumo questo tizio? NO.
Sa dare anima ad un profumo questo new-ager fan di Castaneda (e abbiamo detto tutto)? NO.
Quello che Lebreton fa non è profumeria ma assemblaggio di materiali per la profumeria.
Non ha controllo delle formule, infatti i suoi "profumi" cambiano ad ogni occasione di costruzione, diciamo che gli vengono male o meno male secondo le regole del casaccio?
Non riesce a creare omologia tra i nomi che dà ai suoi pasticci e i suoi pasticci stessi.
Si sforza da bravo bricoleur di fare scatolina con allergeni appiccicati che appaiono più fantasia di contraffazione che compiuto lavoro di laboratorio... e alè penne grigie di uccello morto (con la faccia che ha, probabilmente il suo); a dare l'idea non sa lui figuratevi noi, di quello che avrebbe voluto dire, oltre a "mi servono dei soldi per cambiare la Ford Ka"...
Bois Lumiere. Non ha niente di "legnoso" e niente di luminoso. E' un bolo mielato disgustoso, di un dolciastro lattiginoso emetico, da conati.



L'effetto "miele" è un ceroso innaturale orrorifico, ed è saldamente un tutt'uno col fondo ambrato e muschiato dal quale promanano zaffate di solventi come DPG, DEP, e simili. L'elicriso è appollaiato su questo balocco che sa di ammorbidenti e lucido per pavimenti, in somma tristezza.
Una nota lattiginosa che non riconduciamo alla frazione milky dell'elicriso ci costringe a perdere altro tempo, così otteniamo una bella lista scritta dallo stesso Lebreton, che se non spiega tutto permette di capire che non si è tanto lontani dalla esatta misura della aridità dei materiali che utilizza, gli stessi che usa l'industria del profumo e della detergenza (ma mescolati a SNIP, come vedremo):

Grazie alla facile traccia che lasciano alcuni acquisti e rivendite di materiali, riusciamo con estrema facilità a dare conferma alle nostre primigenie deduzioni e a capire esattamente dove si rifornisce, niente smentisce quanto supposto in apertura di analisi, è un profumiere naif che ha capito che deve usare qualcosa di strano per dissimulare la mancanza di abilità tecniche e l'assoluta assenza di creatività. 
Ci siamo detti che sotto la base muschio-ambrata quel vago sporco poteva essere zibetto sintetico, tipo il "tai", che contiene uno sfacciato e stupido scatolo, ma come spiegare la nota lattiginosa?
Lactoscatone, e la furbata è decorata.
Ce l'aveva da tempo in casa, l'ha usato.


Bois Lumiere è una ca**** che può mettersi in competizione solo con i deodoranti per la casa del minimarket etnico o le essenze in olio da 5 euro in vendita sui banchetti dei pakistani con gli anelli in argento indiano (latta brunita).
Ringraziamo i due amici per la spietata richiesta di recensione e l'invio di campioni opportuni per la stessa, sappiano che ci devono almeno un trancio di pizza...
Diamo due consigli non richiesti a Lebreton? Si tenga stretto il lavoro che ha come commesso, perché salvo intervento dell'arcangelo Gabriele non ha nessuna speranza di avere un futuro quello che fa, perché è tutta "cosa che non ha nemmeno un presente o un passato". Legga di più e scriva di meno, non faccia il furbo (metodo castaneda, cristalloterapia e reiki, ci siamo capiti), e lasci perdere la profumeria come via di integrazione allo stipendio (alle spalle dei gonzi)...
Post come questo sono per noi momento di estrema tristezza e indignazione, cogliamo l'occasione anzi per invitare i tanti Lebreton a spasso, a non illudersi che fare un profumo sia buttare assieme due, 10 o 20 materiali ed esibirsi per vedere l'effetto che fa, o "fare soldi"...
Se fosse stato un disoccupato... magari con famiglia a carico, gli avremmo comprato qualcosa, ma una cagata qualsiasi! Ma per aiutarlo umanamente, roba da mettere là e dimenticarsene, non certo perché quella roba in sé meriti più dei soldi del flacone che la contiene... o "valga" qualcosa.
Ci sono profumi che sono dollari, ci sono profumi che sono soldi del monopoli, ci sono profumi che sono pezzi di carta scarabocchiati da un bambino di 3 anni che scrive con la manina sinistra ma non è mancino...
C'è qualcuno che suona al telefono per rimproverare lo scrivente perché è ora di pubblicare questo... il post: tasto rosso.
Veduta d'insieme e giudizio complessivo(all'unanimità).

Rating: ZERO.



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